Il Don Chisciotte vignaiolo, testardo, tenace e folle ha combattuto per il suo diritto di fare il vignaiolo di montagna.
Nel corso della nostra vita prima o poi qualcosa di triste accade, nessuno ne è esente. Molte volte succede che sentendo queste tristi notizie molte persone si identifichino con essa e che quella tristezza diventi un frammento di propria identità, non solo un evento accaduto sulla strada della vita, ma che identifica un istante preciso della vita stessa di un appassionato di vino, dividendo in un sottile gioco di sensazioni il prima e il dopo.
Le cose brutte accadono, eventi assurdi, imprevedibili, dolorosi, duri e inaspettati tanto che in alcuni casi ci si identifica con quello che è successo e si rimane lì fermi, rinchiusi. Sovente l’identificazione diventa una scusa per non crescere e non pensare.
Quanta saggezza era rinchiusa in Franz Haas, uno di quegli uomini che nel vino ha fatto la differenza, nel gergo calcistico un 10 puro con la fantasia, il talento e la visione del campione. Una persona curiosa sempre alla ricerca del vino perfetto, un enologo che non perdeva mai la fiducia e la visione dei propri sogni. Ci vuole fiducia, ancora una volta, nell’essere consapevoli dell’esistenza di qualcosa che non necessariamente e non subito riusciamo a toccare con mano o a vedere chiaramente. Ma arriva il momento in cui quel qualcosa apparirà evidente e improvvisamente ogni pezzo andrà al suo posto, comporrà un quadro d’insieme perfettamente sensato e logico, esattamente come lo si era pensato prima di vederlo con l’intera tua essenza.
Ci chiediamo costantemente come mai veniamo indirizzati da eventi e incontri che ci fanno fare i conti con noi stessi, ad aprire gli occhi su quello che siamo e quello che sappiamo. La consapevolezza del quadro d’insieme, del disegno più grande, appunto.
Il flusso della vita scorre a volte in direzioni incomprensibili ma con una meta ben precisa: portare te stesso per sempre nei cuori di chi ti ha voluto bene e ha imparato a conoscerti anche per poco, carissimo Franz. Nelle volte che ho avuto l’onore di poter passare del tempo con te sono sempre stato trasportato nella visione apia delle cose. Gli assaggi e la tua voglia di parlare del futuro e di tutti i progetti che sognavi li porterò sempre con me come quella ricerca spasmodica del Pinot Nero perfetto che tanto ricercavi. Quella stessa ricerca che mi fa tanto riflettere di quanto ancora avevo da imparare da professionisti come te. C’è una disposizione che segue una delle leggi fondamentali dell’Universo insieme a quella dell’amore, ed è la gratitudine. La forza della gratitudine è quell’energia che ha caratterizzato la vita di coloro che hanno fatto grandi ricerche e non si sono mai riposati sugli allori, questo per me è l’insegnamento dei Maestri più importanti. Abbiamo sempre, sempre un motivo per essere grati a persone come Franz che con il suo lavoro hanno reso tutta l’Italia del vino famosa in tutto il Mondo.
Mancherai tanto Franz, tutto il mondo del vino adesso è un po' più povero. Eri uno dei miei punti riferimento quando avevo sete di conoscenza e lo rimarrai per sempre. Sappiamo però dove trovarti quando vorremo, hai lasciato un patrimonio immenso di capolavori che sono certo degusteremo pensando a te e a tutto il tuo immenso lavoro. Grazie a nome mio e sono certo di tutti quelli che ti amavano e ti seguivano da sempre.
Proprio mentre scrivevo questo pensiero ho aperto un tuo Manna, ho alzato gli occhi al cielo e ti ho mandato un sincero eterno grazie.
Ciao Franz, che la terra ti sia lieve.