Una cantina a duemila metri di altitudine.
Si parla molto spesso di come l’altitudine modifichi le sensazioni del vino e la loro evoluzione. Solo su questo dettaglio si potrebbero scrivere fiumi di parole. Facendo riferimento ad alcuni documenti dell’anno 1237, firmato dai Conti del Tirolo, l’argento della Val Ridanna era in assoluto il migliore d’Europa, per questo motivo l'azienda di Elena Walch ha scelto di far maturare la sua migliore produzione vinicola in questo luogo appartato, in assoluta mancanza di luce, ad una temperatura costante di 7°C con umidità del 95%. Proprio qui, in questa miniera in disuso a duemila metri di altitudine, maturano i "gioielli" della linea Argentum Bonum.
"Vogliamo dare ai nostri vini di punta l’ultimo tocco: argentarli, per poi mandarli nella loro veste migliore a sorprendere gli amanti del vino e a soddisfare i palati più esigenti. Oltre ai già accennati vantaggi, un fattore ormai dimostrato molto importante è dato dalla pressione estremamente bassa che si trova in questa miniera, la più alta d’Europa, che influenza positivamente il processo di maturazione di questi vini, donando loro lunga giovinezza" - racconta Karoline Walch che insieme alla sorella Julia è alla conduzione dell’azienda di famiglia, al fianco della mamma Elena.
“Grazie anche al nostro progetto, la miniera ricca di storia, si risveglia a nuova vita e trova così una nuovissima destinazione d’uso, che sicuramente i Conti nel lontano trecento non potevano nemmeno immaginare. Di queste eccellenze, ogni anno riserveremo e destineremo una quantità limitatissima”, prosegue.
“Il risultato è davvero straordinario e contiamo quindi di confermare e ampliare questa esperienza – dice Karoline Walch - che ci consente un’offerta per i nostri vini sempre migliore e anche di valorizzare un pezzo di storia di questa nostra terra, qual è appunto la miniera di Monteneve che si risveglia a nuova vita e trova così una nuovissima destinazione d’uso, che sicuramente i Conti del Tirolo nel lontano Trecento del millennio scorso non potevano nemmeno immaginare». La storia della cantina inizia 150 anni fa, già nel lungimirante segno della eco-sostenibilità ricavata dal sottosuolo in pietra naturale, è stata successivamente modernizzata e trasformata in una delle cantine private più belle e ricche di tradizione dell’Alto Adige. È qui che nascono i vini Elena Walch, creati ad arte dalle migliori uve nel pieno rispetto della natura e dell’ambiente. La notevole estensione dei vigneti di proprietà della famiglia contribuisce a rendere la cantina una tra le più produttive di tutta la regione. Altro segno distintivo degno di nota è anche il concetto di “Vigna” che in questa cantina la fanno da padrone rendendo tutte le etichette oltre quelle di questa particolare collezione uniche e caratteristiche.
Promotrice di qualità ed innovazione, Elena Walch ha contribuito a guidare la rivoluzione qualitativa altoatesina guadagnandosi così una grande considerazione locale ed internazionale. Architetto di professione, Elena Walch ha sposato l’erede di una delle più antiche famiglie vinicole della regione, portando con sé nuovi concetti di modernizzazione dell’azienda tradizionale. Oggi la conduzione aziendale viene affidata nelle mani delle figlie Julia e Karoline Walch, la quinta generazione della famiglia.
Spicca per eleganza innata e suadenza il Beyond the Clouds che nasce da uve di chardonnay e altri piccoli uvaggi, sembra sfidare il tempo senza aver fretta che il tempo lo infastidisca, anzi, tutto il contrario. Ha un bagaglio olfattivo degno di nota e di sfaccettature diverse. Il suo ventaglio apre con note citrine riconducibili a cedro, lime e pompelmi bianchi per poi spaziare su note aromatiche di piccoli fiori e erbe aromatiche primaverili, ad un certo punto sembra di mettere al naso le sensazioni di un Hugo, tipico aperitivo Bolzanino a base di sciroppo di sambuco che in macerazione ha del limone e nel calice si lascia accompagnare dalla mentuccia piperita. In bocca è bilanciato sin da subito e dal forte impatto riconoscitivo. Sorso elegante e di richiamo ad un altro sorso, note minerali e ricordo di gesso che torna sia al naso quando si scalda un po' che in bocca. Curioso di riassaggiarlo in evoluzione tra qualche anno, sicuramente resterò stupito della sua evoluzione e della sua forte potenzialità.
Raffaele FIschetti